L’ictus, in base alla causa, può differenziarsi in ischemico quando il flusso di sangue al cervello viene bloccato da un coagulo ed emorragico quando un’arteria cerebrale si rompe. In base alla tipologia di ictus, sono previsti trattamenti differenti. Per esempio, nel caso dell’ictus ischemico è possibile tentare di rimuovere il coagulo o andare ad agire con farmaci antitrombotici.
In ogni caso, però, non esistono terapie o trattamenti approvati dalla FDA per riparare i danni causati da ictus in maniera permanente. Un importante passo in questa direzione è stato mosso l’anno scorso grazie uno studio dell’Università di Cincinnati.
IL NVG-291-R
Il NVG-291-R è il farmaco protagonista di questa ricerca. Come campione delle ricerche sono stati selezionati una decina di topi con ictus ischemico a livello grave. A ciascuno di loro è stato somministrato il farmaco ed è stato osservato come questo consenta la riparazione del sistema nervoso con un conseguente recupero funzionale. La riparazione del danno cerebrale è avvenuta attraverso due vie: creando nuove connessioni neuronali e migliorando la migrazione dei neuroni appena nati al sito del danno. In poche parole, aumenta la plasticità neuronale.
Lo studio ha anche evidenziato come il NVG-291-R sia più efficace quando il trattamento inizia fino a sette giorni dopo l’attacco di ictus. Un grande miglioramento visto che l’unico farmaco approvato dalla FDA deve essere somministrato entro e non oltre le 4,5 ore!
Un’altra enorme differenza con i trattamenti esistenti riguarda il punto di arrivo. La maggior parte delle terapie oggetto di ricerca oggi, infatti, si concentra principalmente sulla riduzione del danno precoce da ictus. Tuttavia, lo studio, si è concentrato sulla neuroriparazione e ha dimostrato come il trattamento con il NVG-291-R non si traduce solo in neuroprotezione ma ha anche effetti neuroriparativi.
PROSPETTIVE FUTURE
Nonostante il NVG-291-R sia ancora in fase di sviluppo, potrebbe cambiare il paradigma per il trattamento dell’ictus. Ad oggi, il farmaco ha iniziato una sperimentazione clinica di Fase 1 su soggetti umani sani. Sono previsti, inoltre, nel 2023, studi sull’efficacia del NVG-291-R sui pazienti con lesioni del midollo spinale, con il morbo di Alzheimer e con la sclerosi multipla.
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