Libri per la lettura su un tavolo

Con il progressivo invecchiamento della popolazione, si assiste sempre più spesso ad un aumento dell’incidenza di malattie degenerative legate all’età. Basti pensare al fatto che, attualmente, oltre un milione di italiani soffre di demenza. Superati i 65 anni di età, infatti, il rischio di andare incontro al declino cognitivo raddoppia ogni quattro anni.

Non sorprende quindi l’aumento di interesse intorno alla possibilità di contrastare l’avanzamento delle malattie neurodegenerative o di recuperare le capacità cognitive degli anziani colpiti da demenza. Da questo punto di vista, la riabilitazione cognitiva è uno dei metodi più utilizzati: si tratta di una vera e propria ginnastica mentale che prevede quiz, Memory, parole crociate e altri giochi. Da non sottovalutare è, però, la lettura, soprattutto quella ad alta voce.

I BENEFICI DELLA LETTURA

La lettura è un elemento fondamentale per l’apprendimento e la crescita personale. Saper, infatti, interpretare correttamente un testo o immedesimarsi nei protagonisti di una storia significa sviluppare al tempo stesso le proprie capacità cognitive e quelle emotive.

Per questo motivo la lettura è così importante sia per i giovani che per gli anziani. Non è solo una questione di memoria: migliora l’umore, riduce ansia e agitazione, genera cultura, trasmette emozioni e consente anche a chi si trova in una casa di cura di viaggiare e vivere molte vite, pur sempre rimanendo nella stessa stanza. I sintomi severi della demenza, quindi, risultano ridotti, con un’influenza positiva sulla capacità di ascolto.

La lettura, però, non deve mai essere imposta. Tutti i benefici che apporta, infatti, potrebbero essere annullati nel momento in cui si costringe un paziente a leggere qualcosa che non è di suo gradimento. Per questo motivo è fondamentale incoraggiare ogni tipo di lettura: dal giornale mattutino ai fumetti, dalle riviste di gossip ai romanzi.

IL PROGETTO “LA PAROLA CHE CURA”

Recentemente, nelle strutture del Don Uva, polo sanitario nato nel 1922 tra Puglia e Basilicata, è stata lanciata la campagna “La parola che cura”. In alcune residenze del polo, sono stati avviati dei percorsi laboratoriali per coloro che soffrono di Alzheimer con la finalità di promuovere la lettura a scopo riabilitativo.

Il progetto ha coinvolto non solo gli ospiti, ma anche più di 200 tra caregiver, operatori socio-sanitari, educatori, volontari e famigliari. Ad affiancarli, docenti, scrittori, attori di teatro, pedagoghi e divulgatori.

Fino ad ora, il percorso ha ottenuto numerosi risvolti positivi: sono stati promossi momenti di inclusione e condivisione, è stata favorita la scoperta dei bisogni latenti ed è stata sollecitata la curiosità e l’interesse per il “fuori da sé”.

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