Si sa, lo sport è un toccasana, per svariati motivi, un po’ a tutte le età. La salute del corpo è sempre l’obiettivo primario, a partire dalla tenera età fino alla vecchiaia. Non di secondaria importanza sono però gli effetti benefici a livello educativo (per i più piccoli) e psicologico. Sostanzialmente, ognuno pratica sport per le proprie ragioni, siano esse legate alla forma fisica, al benessere mentale o al divertimento. Possono però trarre benefici dallo sport anche le persone affette da alcune patologie, tra cui il Parkinson.
Sport: una fonte di benessere per ogni esigenza
L’attività fisica è salutare, ma va adattata alla propria età, alle proprie condizioni ed esigenze.
Praticare sport da piccoli…
L’infanzia e l’adolescenza sono periodi in cui si ha tendenzialmente un livello elevato di energie, ma rappresentano anche stadi di crescita sotto tutti gli aspetti: fisico, emotivo, intellettuale. Per questo, lo sport può essere praticato con una certa frequenza e intensità ma sempre prestando attenzione a non arrecare eccessivo stress e danni al corpo, già sottoposto a continui cambiamenti.
In queste fasi, lo sport contribuisce a tenere lontana l’obesità, a sviluppare le capacità motorie e a mantenere le ossa sane. Il divertimento e il gioco tipici dello sport promuovono uno sviluppo sano da tutti i punti di vista. Non solo, i benefici riguardano anche la sfera cognitiva, educativa ed emotiva. I bambini e i ragazzi godono infatti di una migliore attenzione, concentrazione e memoria, oltre ad apprendere importanti abilità sociali e relazionali, come la collaborazione, il rispetto delle regole e delle altre persone. Inoltre, riescono a gestire meglio le emozioni e riscontrano una riduzione di ansia e stress e un aumento della fiducia in sé stessi.
…E da grandi
Nella fase adulta, le esigenze cambiano, sebbene i benefici dello sport a livello fisico e mentale siano sempre presenti. Salvaguardare la salute dell’apparato cardiocircolatorio e locomotore, ma anche raggiungere o mantenere una desiderata forma fisica sono i motivi principali che spingono gli adulti a fare sport. Infine, in età avanzata, uno stile di vita attivo permette di godere di una buona resistenza, forza e in generale di una buona salute, tenendo alla larga cadute, malattie cardiovascolari, muscoloscheletriche, e declino cognitivo.
Nonostante gli effetti ricercati siano di natura differente, il giovamento che accomuna tutte le età è quello legato alla sfera psicologica. Il miglioramento dell’umore, dell’autostima e dell’equilibrio emotivo, insieme all’alleviamento di ansia e stress, rappresentano i vantaggi che lo sport offre ad ogni età, indipendentemente dalle esigenze.
E per quanto riguarda le persone malate? Con modalità adatte alle loro necessità, l’attività motoria si rivela una preziosa alleata anche per alcuni tipi di pazienti.
Fare sport con il Parkinson? Sì… E quanti benefici!
Nei pazienti affetti dal morbo di Parkinson, la pratica sportiva aumenta la qualità della vita, in quanto agisce positivamente sia sul piano fisico che mentale. Infatti, migliora la coordinazione, l’equilibrio e la mobilità, riduce la rigidità e aumenta la resistenza. Gli sport più indicati sono ginnastica dolce, danza, yoga e pilates, che possono essere affiancati da attività aerobiche come nuoto e camminate.
L’inserimento di attività diverse fra loro potenzia gli effetti positivi, in quanto diminuisce le difficoltà del paziente nel passaggio da un’attività all’altra e nello svolgimento di due attività in contemporanea. Inoltre, così come negli individui sani, anche nei pazienti affetti da Parkinson lo sport riduce ansia e stress, oltre a offrire benefici a livello sociale, favorendo la propensione a stringere relazioni interpersonali.
Ma la scoperta più interessante arriva da uno studio della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica, del Campus di Roma e della Fondazione Policlinico A. Gemelli Irccs. Utilizzando un modello animale, i ricercatori sono venuti a conoscenza del più importante tra i benefici che lo sport apporterebbe ai malati di Parkinson. Lo svolgimento regolare di esercizio fisico intensivo nelle fasi precoci della malattia sarebbe in grado di indurre modificazioni funzionali e strutturali nei neuroni e un conseguente effetto benefico nel controllo del movimento volontario.
In particolare, in seguito a un allenamento giornaliero su tapis roulant per quattro settimane, si è verificata una riduzione della diffusione degli aggregati patologici di alfa-sinucleina, responsabili del danneggiamento dei neuroni dopaminergici.
L’effetto neuroprotettivo dello sport è tuttavia da verificare in uno studio clinico, ma se i risultati fossero confermati, si aprirebbe una nuova strada per l’individuazione di nuovi marcatori funzionali allo sviluppo di trattamenti non farmacologici per il Parkinson.
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