La proteina tau è spesso associata a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, in quanto responsabile della formazione di grovigli neurofibrillari (aggregati proteici) all’interno dei neuroni, che causano la morte degli stessi. Ma la presenza di questa proteina non è sempre negativa; al contrario, essa svolge delle funzioni fondamentali. Analizziamola insieme.

Funzionamento e malfunzionamento della proteina tau

La proteina tau è naturalmente prodotta dal nostro organismo, in quanto ha la funzione di stabilizzare il citoscheletro dei neuroni, nonché di contribuire al loro funzionamento. Il citoscheletro, infatti, garantisce il flusso assonale, ossia il trasporto di molecole (metaboliti) essenziali per il mantenimento e il rinnovamento delle sinapsi.

Normalmente questa proteina viene fosforilata, ovvero acquisisce un gruppo fosfato (PO43-). Se tale processo avviene in modo anomalo, essa subisce un’iperfosforilazione, che ne altera la funzionalità, determinando la formazione dei grovigli neurofibrillari. Il meccanismo alla base dell’anomalia è però ancora sconosciuto.

I depositi proteici portano alla morte dei neuroni poiché ne compromettono la comunicazione e impediscono il trasporto assonale. Ciò che ne deriva sono le taupatie, ovvero patologie neurodegenerative correlate all’accumulo di proteina tau. Fra queste troviamo: la malattia di Creutzfeldt-Jakob, l’encefalopatia traumatica cronica, la paralisi sopranucleare progressiva, l’Alzheimer, la demenza frontotemporale e altre forme di demenza.

Oltre alle funzioni fisiologiche sopraesposte, sembra che la proteina tau abbia addirittura un ruolo ulteriore nel nostro sistema nervoso. È quanto emerso da un recente studio statunitense.

Proteina tau: effetto protettivo dallo stress ossidativo!

I ricercatori del Baylor College of Medicine e del Jan and Dan Duncan Neurological Research Institute (Duncan NRI) del Texas Children’s Hospital hanno scoperto un’ulteriore funzione positiva della proteina tau.

Essa, infatti, contribuirebbe a ridurre i danni dei radicali liberi, sostanze ad elevata attività ossidante generate nei processi cellulari. Un eccesso di questi sottoprodotti risulta infatti dannoso per le cellule, in quanto favorisce la produzione di forme tossiche di altre molecole, come i lipidi perossidati, inducendo lo stress ossidativo. Quest’ultimo può portare alla degenerazione dei neuroni.

Nello specifico, la ricerca ha evidenziato il ruolo rilevante della proteina tau nel processo di formazione di goccioline lipidiche che le cellule gliali utilizzano per “catturare” e neutralizzare i lipidi perossidati. Grazie a queste goccioline, le cellule gliali riuscirebbero a utilizzare successivamente le molecole tossiche per la produzione di energia.

È inoltre emerso che, nel momento in cui la funzionalità della proteina tau viene alterata, le cellule gliali non sono più in grado di formare le goccioline lipidiche. Pertanto, la neurodegenerazione, oltre a essere causata dai grovigli neurofibrillari, è anche dovuta alla sopravvenuta incapacità della proteina di prevenire lo stress ossidativo.

In ultima analisi, la proteina tau non è soltanto un nemico da combattere in quanto responsabile di svariate patologie neurodegenerative; si tratta bensì di una preziosa alleata per il corretto funzionamento del nostro sistema nervoso centrale. Diventa pericolosa quando sopraggiunge un’anomalia che mette a repentaglio la sua funzionalità. La scoperta del ruolo neuroprotettivo di questa proteina permette di studiare nuove potenziali strategie per trattare la degenerazione neuronale.

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