Com’è noto, non tutti i fattori di rischio della demenza sono modificabili. Si può infatti intervenire su alimentazione, abitudini e stile di vita, ma non ad esempio sull’età. Sebbene la demenza non sia un processo fisiologico dell’invecchiamento, con l’avanzare dell’età incrementa anche il rischio di svilupparla. Tuttavia, ridurre quanto più possibile l’esposizione ai fattori di rischio, soprattutto a partire dall’infanzia, è un ottimo modo per diminuire il rischio di demenza. Vediamo in che modo.

Demenza e prevenzione primaria, secondaria e terziaria

Per ridurre le possibilità di andare incontro a una patologia, il primo passo è agire sui fattori di rischio, ovvero fare prevenzione. Tuttavia, mettere in atto azioni volte a proteggere la salute, non sempre ha la finalità di evitare l’insorgenza di malattie; talvolta, con “prevenzione” si fa riferimento al contenimento dei sintomi e all’impegno nel garantire il benessere e l’assistenza ai pazienti. Esistono infatti tre tipi di prevenzione.

  • La prevenzione primaria riguarda i soggetti sani e ha l’obiettivo di mantenere uno stato di benessere fisico, psichico e sociale in modo tale da evitare la manifestazione di stati patologici; con riferimento alla demenza, la prevenzione primaria si propone di agire sui fattori di rischio modificabili.
  • La prevenzione secondaria interessa gli individui che presentano già i sintomi della malattia; l’obiettivo è la guarigione o, nei casi di malattie neurodegenerative, il rallentamento del decorso; per la demenza si interviene con terapie farmacologiche e riabilitative.
  • La prevenzione terziaria ha lo scopo di contenere gli effetti negativi della malattia, alleviando i sintomi, monitorando il quadro clinico e offrendo l’assistenza necessaria; questo tipo di prevenzione, nei casi di demenza, comprende anche il sostegno ai familiari del malato.

In relazione alla demenza, la prevenzione primaria si rivela fondamentale e, soprattutto se fatta in età precoce, ridurrebbe o ritarderebbe quasi la metà dei casi.

Demenza e fattori di rischio: come e perché agire sin dall’infanzia

Secondo una ricerca pubblicata su The Lancet, agire su 14 fattori di rischio a partire dall’infanzia e per tutta la vita, darebbe una svolta significativa al miglioramento della saluta cognitiva e alla diminuzione dei casi di demenza a livello globale. I due nuovi fattori di rischio (oltre ai 12 già noti) sono il livello elevato di colesterolo LDL e la perdita di vista non trattata.

Nonostante in alcuni paesi ad alto reddito, nelle aree socio-economicamente più avvantaggiate, la percentuale di pazienti affetti da demenza sia diminuito, nei paesi a basso reddito la tendenza è in aumento, con un conseguente incremento dei costi sanitari e sociali.

Il rapporto delinea una nuova serie di politiche e cambiamenti nello stile di vita per aiutare a prevenire e gestire meglio la demenza. In primis, da parte dei governi devono essere attuate manovre concrete finalizzate alla riduzione delle disuguaglianze di rischio, ad esempio, rendendo accessibile a tutti la scelta di uno stile di vita sano.

I provvedimenti concreti

Tra gli interventi che aiuterebbero a prevenire la demenza rientrano:

  • un’istruzione di qualità e lo svolgimento, durante la mezza età, di attività che mantengono attive le funzioni cognitive;
  • la disponibilità di apparecchi acustici per tutti coloro che hanno problemi di udito e la diminuzione dell’esposizione a rumori nocivi;
  • il trattamento del colesterolo LDL alto a partire dai 40 anni;
  • il trattamento dei disturbi della vista;
  • il trattamento efficace della depressione;
  • l’uso di caschi e protezioni per la testa negli sport di contatto e in bicicletta;
  • le politiche di pulizia dell’aria per ridurre l’esposizione all’inquinamento atmosferico;
  • la disponibilità di ambienti comunitari per aumentare i contatti sociali;
  • l’aumento dell’età minima per acquistare le sigarette, il controllo dei prezzi e il divieto di fumare per diminuire il tabagismo;
  • l’abbassamento della quantità di sale e zucchero presente negli alimenti venduti in supermercati e ristoranti.

Tali interventi devono essere in linea con l’educazione alla salute e la sensibilizzazione alla prevenzione di bambini e adolescenti. È necessario che bambini e adolescenti seguano uno stile di vita sano, caratterizzato da un buon livello di istruzione, alimentazione equilibrata, sonno regolare, attività fisica e relazioni interpersonali; inoltre, dev’essere posta particolare attenzione ai problemi di salute che possono sorgere in età infantile, in particolar modo se legati ai fattori di rischio della demenza (problemi odontoiatrici, oculistici o uditivi, ma anche psicologici).

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