Arriva dalla Brandeis University un nuovo ed importante studi su come il cervello riesce a conservare dati, informazioni e ricordi.
LA SCOPERTA. Lo studio ha analizzato attentamente l’attività dell’ippocampo nei topi. Dai dati emersi sembrerebbe che l’immagazzinamento delle memorie sia indotto da una specifica molecola: la CaMKII. In particolare, i ricercatori hanno osservato che, indebolendo i legami sinaptici (attaccando quindi la molecola) viene cancellata parte della memoria sinaptica mentre, invertendo il processo, si registra un’interruzione della cancellazione dei ricordi e persino un inserimento di nuove memorie.
La ricerca presentata è stata promossa dall’Istituto Superiore di Sanità Americano e pubblicata sul Journal of Neuroscience. Necessita di ulteriori approfondimenti e potrebbe essere importante per la diagnosi ed il trattamento delle patologie neurodegerative, quali la Malattia di Alzheimer.
Beatricee
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