Sebbene gli effetti terapeutici della cannabis siano ormai stati confermati da diversi studi scientifici, non si era ancora mai parlato di somministrazione di cannabis in ottica di prevenzione. Che relazione c’è, ad esempio, fra uso di cannabis e rischio di demenza?
In medicina, la cannabis viene impiegata nei pazienti adulti per:
- ridurre il dolore cronico;
- ridurre nausea e vomito causati dalla chemioterapia;
- alleviare i sintomi di spasticità legati alla sclerosi multipla.
L’uso di cannabis a scopo preventivo non è ancora stato approvato, in quanto non ancora supportato da evidenze scientifiche. Recentemente si è tuttavia aperta la strada verso questa direzione.
Cannabis: uso medico e uso ricreativo
Prima di trattare il rapporto fra uso di cannabis e rischio di demenza, è essenziale fare una distinzione nell’utilizzo di questa sostanza.
Nel caso in cui la cannabis venga utilizzata in presenza di una patologia per ottenere dei benefici, si parla di uso medico. Al contrario, qualora si consumi la cannabis senza una prescrizione medica, ovvero in assenza di uno stato patologico, si tratta di uso ricreativo, ovvero non medico.
La cannabis utilizzata con finalità ricreativa possiede una maggiore concentrazione di THC (tetraidrocannabinolo), il principio attivo con effetti psicotropi e psicostimolanti. Inoltre, l’uso ricreativo di cannabis non essendo legale in molti paesi (come l’Italia), viene distribuita attraverso canali non ufficiali e non controllati scientificamente.
Nell’uso medico, invece, i preparati a base di cannabinoidi seguono l’iter e le norme farmaceutiche che conducono all’immissione in commercio di un farmaco. Di conseguenza, il dosaggio di tutti i princìpi attivi è scientificamente controllato e approvato. Per questo, essi sono reperibili soltanto presso le farmacie.
Cannabis e demenza
Uno studio pubblicato sulla rivista Current Alzheimer Research ha dimostrato che l’uso ricreativo di cannabis è legato a un minor rischio di declino cognitivo e quindi di sviluppare forme di demenza.
Rispetto ai non consumatori, l’uso non medico di cannabis è stato significativamente associato a una riduzione del 96% delle probabilità di declino cognitivo soggettivo negli adulti sopra i 45 anni. Anche l’uso medico e il doppio uso medico e non medico erano associati a una diminuzione delle probabilità di SCD, sebbene non significativa.
La scoperta di effetti neuroprotettivi rappresenta un contributo fondamentale nell’area di ricerca riguardante la relazione fra cannabis e salute. Tuttavia, i ricercatori hanno sottolineato la necessità di ulteriori studi per comprendere gli impatti a lungo termine e per esplorare i meccanismi sottostanti che contribuiscono a queste associazioni.
Commenta