Svolgere esercizio fisico regolarmente è fondamentale in qualsiasi momento della nostra vita. Tenersi in movimento significa aiutare il nostro corpo e la nostra mente a mantenere un buono stato di salute. Proprio per questo motivo svolge un ruolo essenziale anche nel trattamento delle malattie neurodegenerative, come la demenza.
L’ATTIVITÀ FISICA COME PREVENZIONE: L’ORMONE IRSINA
La cura e la prevenzione dell’Alzheimer partono dallo stile di vita. Per prevenire l’insorgere della demenza è fondamentale seguire una dieta equilibrata (a tal proposito leggi il nostro articolo: https://www.brainer.it/la-prevenzione-comincia-tavola/) e sopratutto svolgere attività fisica.
L’esercizio aerobico, infatti, sembra avere ottimi benefici sia per rallentare il decorso sia l’insorgere della malattia. Il segreto dell’importanza dello sport potrebbe nascondersi in un ormone che viene rilasciato a seguito di un allenamento: l’irsina.
Infatti, secondo alcuni recenti studi, l’irsina è in grado di proteggere la memoria anche in presenza di accumuli di proteina beta-amiloide. La proteina che solitamente è presente sotto forma di placche nel cervello delle persone colpite dalla demenza. Nonostante manchino ancora conferme ufficiali, i primi esperimenti fanno presumere che l’irsina potrebbe essere un vero e proprio alleato per la nostra salute. E altresì un antidoto contro il decadimento cognitivo.
RIMANERE IN MOVIMENTO DURANTE LA MALATTIA
L’esercizio fisico costante è importante anche durante tutte le fasi della malattia. Spesso si è spinti a pensare che coloro che soffrono di demenza non siano in grado di svolgere attività fisica. In realtà, gli esercizi aerobici, di flessibilità e di potenziamento muscolare, migliorano le funzioni cognitive delle persone affette da Alzheimer.
Ovviamente, l’attività andrà commisurata alle condizioni fisiche del paziente e ad eventuali altre patologie. Ma i benefici che si ottengono sono svariati. Grazie ad una semplice passeggiata quotidiana si può contrastare la depressione, migliorare il sonno e ridurre i disturbi comportamentali, come gli stati di agitazione.
Le linee guida internazionali indicano nei 30 minuti al giorno il tempo ideale di allenamento. L’importante è incoraggiare il malato e farlo sentire a suo agio durante lo svolgimento dell’attività, così da renderlo un momento positivo e ricco di autonomia.
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