Ragazza che tiene in mano un foglio con un punto di domanda nero. Indica i dubbi, le domande

La demenza è una malattia in crescente aumento tanto da essere definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità una priorità mondiale di salute pubblica. Non solo, ma rappresenta la settima causa di decesso in tutto il mondo, considerando che sono oltre 55 milioni le persone che vi convivono. Anche i dati per i prossimi anni non sono promettenti: si stima che il numero salirà a 75 milioni entro il 2030 e a 132 milioni nel 2050.

Appare, quindi, fondamentale conoscere a 360° la malattia, non solo per saperla riconoscere in tempo, ma anche per non essere colti impreparati nel caso in cui insorga in una persona a noi vicina. Per questo motivo, abbiamo preparato – in questo primo articolo sull’argomento – alcuni dei dubbi più comuni che vengono poste sulla demenza.

I PRINCIPALI DUBBI SULLA DEMENZA

  1. Demenza e Alzheimer: qual è la differenza?

Questo è sicuramente uno dei dubbi più comuni, tanto che spesso le due espressioni vengono , erroneamente, usate come sinonimi. Con il termine “demenza” si intende uno stato progressivo di decadimento delle funzioni cognitive, che comporta una progressiva perdita dell’autonomia da parte della persona. La Malattia di Alzheimer (AD) è una forma di demenza, nonché quella più diffusa con un’incidenza del 54%.

  1. È possibile prevenire la demenza?

Recenti studi hanno dimostrato come il 35% dei casi di demenza possa essere ridotto attraverso la prevenzione. Da questo punto di vista, ci sono interventi di prevenzione primaria – agire sui soggetti prima della comparsa dei sintomi – e di prevenzione secondaria – agire su pazienti considerati a rischio. Tra le strategie più consigliate, vi sono: fare regolare attività fisica, evitare le cattive abitudini come il fumo, tenere sotto controllo il proprio cuore, seguire una dieta equilibrata, stimolare la propria mente tramite letture o giochi di logica e mantenere le relazioni sociali.

  1. Quali sono i primi sintomi della demenza?

I deficit mnemonici sono tra i segnali d’allarme più noti di una demenza, ma non sono gli unici! Tra i primi indicatori ci sono anche i deficit del linguaggio, le difficoltà di orientamento, i cambiamenti di personalità o le difficoltà nelle attività quotidiane.

  1. Qual è l’aspettativa di vita per chi soffre di demenza?

Non si può stabilire con esattezza l’aspettativa di vita di chi soffre di demenza. Dipende da moltissimi fattori: convivenza con altre malattie, condizioni di salute generale, l’età e il background socioculturale. A partire, però, dalla comparsa dei sintomi, si stimano dai 6 ai 10 anni di vita. Va ricordato, inoltre, che il decesso non avviene per la demenza in sé, ma per altre cause e complicazioni correlate.

  1. A chi rivolgersi per i primi accertamenti?

Il primo punto di riferimento è il medico di famiglia che, dopo un colloquio con il paziente, decide se procedere con esami e visite specialistiche. Se i risultati appaiono poco chiari, allora si viene rimandati ad un professionista – un neuropsicologo per esempio – che è in grado di effettuare una diagnosi precisa. In alternativa, esistono anche molti centri specializzati nella valutazione dei disturbi legati alla memoria.

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