Tecnico in laboratorio. Infiammazione

Le infezioni del cervello possono essere provocate da virus, batteri, parassiti o operazioni chirurgiche. Un’infezione che si protrae nel tempo è la causa principale delle infiammazioni all’encefalo o alle meningi, con conseguenti danni neurologici del paziente.

Secondo alcuni studi, le infezioni – soprattutto quelle del tratto urinario – le lesioni e le operazioni possono innescare episodi di delirio negli anziani affetti da demenza. Tuttavia, finora, erano state svolte poche ricerche approfondite che mettessero in luce nuovi rapporti tra infiammazioni e demenze, o nuovi elementi causanti.

LA PROTEINA IL-1BETA

Proprio per la mancanza di studi sul rapporto tra infiammazioni e demenze, un gruppo di ricercatori britannici e irlandesi ha deciso di analizzarlo nel dettaglio, facendo una scoperta importantissima. Le infiammazioni provocate da infezioni, infatti, accelerano e favoriscono il declino nei soggetti affetti da demenza.

In studi precedenti, la medesima squadra di ricercatori, aveva già dimostrato come anche dopo una breve e lieve infiammazione i danni alle cellule nervose si aggravassero. Questa prima ricerca ha consentito di fornire importanti suggerimenti a chi si occupa della cura dei malati di demenza. La prevenzione delle infezioni, la protezione dalle cadute e la valutazione del bilancio rischi-benefici delle operazioni non essenziali, sono così diventati importanti fattori da considerare.

Con il presente studio, invece, i ricercatori sono andati anche oltre. È stato scoperto che le infiammazioni portano alla produzione di una particolare proteina: la IL-1beta. In particolare, la sua presenza è ascrivibile all’ippocampo, la parte del cervello coinvolta nella memoria e nell’apprendimento. Fino ad ora, questa proteina era stata messa in relazione solo all’ictus; con questa scoperta, invece, si sono aperte delle potenziali vie al trattamento dei pazienti affetti da demenza.

E SE L’INFIAMMAZIONE FOSSE UNA CONSEGUENZA DELLA DEMENZA?

Un’affine ricerca pubblicata sulla rivista Brain non solo ha rafforzato l’evidenza che la neuroinfiammazione sia implicata nell’Alzheimer, ma anche di come, a volte, possa essere una diretta conseguenza delle malattie neurodegenerative.

Nelle patologie dementigene, infatti, l’accumulo della proteina β-amiloide forma placche senili e ammassi neurofibrillari. Il sistema immunitario identifica queste alterazioni come “minaccia” e provoca una reazione infiammatoria per neutralizzarle. Da qui, la sfida del futuro, potrebbe consistere prevenire l’Alzheimer con farmaci antinfiammatori.

 

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