un manuale su un tavolo di legno con, sopra, degli occhiali

La comunicazione in ambito medico può essere complicata. Il modo in cui vengono descritte e rappresentate alcune malattie può influenzare i pensieri e le azioni della società. Può avere anche un impatto significativo sulle decisioni relative alle priorità della ricerca, allo sviluppo dei servizi e alle politiche.

Per questo motivo l’Alzheimer Europe, collaborando con il Gruppo di lavoro europeo delle persone con demenze, ha stilato 14 linee guidaracchiuse in un manuale – per rappresentare in modo etico e inclusivo questa malattia e chi ne soffre. Queste “regole” sono rivolte ai media, ai ricercatori, ai giornalisti, ai politici e a chiunque tratti l’argomento.

LE 14 LINEE GUIDA DEL MANUALE

Con l’obiettivo di incoraggiare una maggiore riflessione e aumentare la consapevolezza intorno a questi argomenti, le 14 linee guida del manuale stilate sono le seguenti:

  1. Utilizzare termini che non siano offensivi o stigmatizzanti. Per esempio, usare il termine “demente” per descrivere una persona affetta da una malattia neurodegenerativa, può avere connotazioni negative.
  2. Prestare attenzione ai concetti e a come questi possono essere interpretati dal pubblico. Utilizzare titoli acchiappa-attenzione non sempre risulta la strada più efficace. Occorre aggiungere informazioni o spiegazioni per evitare fraintendimenti.
  3. Tenere in considerazione il pubblico a cui ci si rivolge, evitando, a esempio, terminologie troppo tecniche o scientifiche.
  4. Riflettere sui modi di rappresentare la dignità, le personalità e l’individualità delle persone descritte. La demenza, infatti, non rappresenta la totale identità di una persona.
  5. Impegnarsi per un ritratto della demenza equilibrato e ricco di sfumature. In questo caso è essenziale evitare generalizzazioni dal momento che ogni persona vive la propria malattia in maniera differente. Per esempio, non tutti soffrono di depressione o diventano aggressivi.
  6. Evitare di ritrarre la demenza in modo allarmista, spaventosa o basata su stereotipi. Utilizzare riferimenti a “bombe a orologeria” o all’impegno economico che questa malattia comporta, rischia di restituire un’immagine eccessivamente negativa della demenza e far perdere di vista il singolo individuo.
  7. Mettere in discussione le convinzioni sulla demenza. Bisogna sempre informarsi, soprattutto se si tratta un argomento di cui si conosce poco.
  8. Evitare di raffigurare le persone con la demenza come diverse. Contrapporre “noi” con “loro” in un documento o in un articolo non è né etico né inclusivo.
  9. Evitare di ridurre le persone a numeri, oggetti o casi medici. I numeri sono sicuramente un ottimo modo per aiutare a comprendere meglio un concetto e stimolare un aumento di ricerca. È, però, importate ricordarsi che ognuno di noi è una persona reale con desideri, speranze, timori e necessità.
  10. Cercare di ritrarre persone con demenza provenienti da diversi percorsi di vita. Questa malattia non è localizzata solo in persone bianche, molto anziane e benestanti. Chiunque può soffrire di demenza.
  11. Cercare un riscontro riguardo agli argomenti trattati. Può essere utile rivolgersi ad associazioni, cooperative o ai diretti interessati per verificare la validità delle informazioni.
  12. Approfondire fatti e numeri, mettendoli sempre in prospettiva. Non tutti sono in grado di comprendere a pieno le statistiche, rischiando così di trarre false conclusioni. Quando si parla, a esempio, dei fattori di rischio, è sempre meglio fornire informazioni assolute e non relative.
  13. Avere il coraggio di dichiarare se documenti o dati prodotti da altri non sono corretti.
  14. Fornire i dettagli di un’Associazione Alzheimer o di un’altra organizzazione dove le persone possono trovare supporto.

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