Due anziani seduti a guardare il paesaggio. Wandering.

Il Wandering – dall’inglese “to wander”, che indica il girovagare – è definito come un particolare comportamento, frequente nelle persone affette da demenza, che consiste nel camminare senza una meta o uno scopo. In questi casi, infatti, il paziente abbandona le aree sicure vagando e perdendo completamente la capacità di orientarsi.

Come riporta l’Alzheimer’s Association, 6 pazienti su 10 con demenza hanno vissuto almeno una volta un’esperienza di vagabondaggio. Oltre a rappresentare una potenziale minaccia per sé stessi, il wandering costituisce anche una delle problematiche più complesse da gestire per chi si prende cura del malato.

LE POSSIBILI CAUSE DEL WANDERING

All’origine di questo comportamento ci sono molti disturbi psicologici e cognitivi tipici della demenza. Il bisogno di camminare, per esempio, è spesso collegato allo stato d’ansia, molto frequente in chi soffre di Alzheimer, a causa della perdita di controllo sulla propria vita. Oltre all’ansia, anche la noia può spingere al vagabondaggio: un buon modo per tenersi impegnati è camminare senza una meta.

Allo stesso modo, i problemi di memoria – principale sintomo delle malattie dementigene – sono collegati al wandering. Può, infatti, capitare che il paziente si dimentichi la ragione per cui ha iniziato a muoversi e, quindi, continui a camminare in preda alla confusione. Può anche accadere che ricordi del passato riaffiorino, facendo sì che il malato inizi a muoversi per rispondere a una necessità che crede veritiera, ma che in realtà non lo è. Alcuni esempi sono: portare fuori il cane, raggiungere l’abitazione precedente o incontrare il coniuge defunto.

In alcuni casi, questo comportamento viene innescato da stimoli ambientali: spazi molto grandi, rumori fastidiosi o luci accecanti. Queste situazioni possono essere fonte di grande stress e portare il paziente a reagire con l’iperattività.

COME AFFRONTARE COMPORTAMENTI DI VAGABONDAGGIO?

Il comportamento di caregiver e assistenti è fondamentale per affrontare correttamente il wandering. La cosa più importante è non ricorrere in alcun modo alla costrizione, assecondando i bisogni del malato. Anche cercare di distrarlo con attività coinvolgenti, semplici e piacevoli è un’ottima strategia per spingerlo ad interrompere il vagabondaggio. Infine, è fondamentale evitare il ricorso a farmaci che possano indurre il paziente in stati di agitazione.

Altrettanto importante è la sicurezza del paziente: è fondamentale adottare una serie di accorgimenti ambientali e strategici per ridurre al minimo i pericoli. Tra i migliori consigli vi sono:

  • Rendere l’ambiente circostante privo di rischi: eliminare gli elementi pericolosi come spigoli, tappeti o oggetti taglienti.
  • Accompagnare la persona con discrezione per intervenire in caso di necessità
  • Fare in modo che il paziente abbia sempre con sé un documento di riconoscimento nel caso in cui esca e si perda
  • Assicurarsi che siano indossate scarpe adeguate al cammino per prevenire le cadute
  • Informare vicini o conoscenti della tendenza al vagabondaggio in modo che possano avvertire la famiglia

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