Tutti siamo a conoscenza dell’elevato livello di smog presente nelle nostre città e delle sue conseguenze negative sulla salute; ma qual è il suo effetto sul nostro cervello?
“Smog” è un termine che deriva dalla fusione di “smoke” e “fog” e fa riferimento all’inquinamento atmosferico delle aree urbane. È possibile distinguere due tipologie di smog:
- smog classico, tipico della stagione autunnale e invernale, in quanto si forma prevalentemente con temperatura prossima a 0°C, per via dell’azione del biossido di zolfo e del particolato, nelle ore prossime all’alba, in condizioni di bassa insolazione e vento a ridotta velocità; questo tipo di smog si crea a causa del ristagno nell’atmosfera delle particelle solide e dell’anidride solforosa prodotti dalla combustione, a seguito di condizioni meteorologiche favorevoli all’instaurarsi dei fenomeni di inversione termica;
- smog fotochimico, maggiormente presente in estate, poiché richiede temperature superiori a 18°C; esso è dovuto all’azione di ossidi di azoto, ossido di carbonio, ozono insieme ad altri composti organici volatili sotto l’azione della radiazione solare; è prodotto infatti in condizioni di alta insolazione (ore centrali della giornata) e bassa velocità del vento.
Entrambi i tipi di smog impattano in maniera significativa sulla salute dell’uomo. In che modo?
Smog: dannoso per la salute…
Lo smog comincia la sua azione dannosa nel momento in cui lo respiriamo. Infatti, quando inspiriamo, facciamo entrare nel nostro corpo gas come il diossido di azoto e l’ozono insieme ad altre migliaia di particelle fini. Esse passano nelle nostre vie respiratorie e penetrano nei polmoni, accumulandosi poi nei bronchi e negli alveoli. Più le particelle sono sottili, più penetrano in profondità nei polmoni.
I disturbi e le condizioni patologiche che si possono verificare riguardano quindi principalmente l’apparato respiratorio: dispnea, asma, tosse cronica e catarro, bronchite acuta e cronica, infezioni delle vie respiratorie e cancro ai polmoni. In particolare, l’azione ossidante dello smog favorisce l’invecchiamento precoce del tessuto polmonare. A lungo andare, si verifica una riduzione della capacità polmonare e una diminuzione dell’aspettativa di vita.
Lo smog è causa anche di patologie del sistema cardiovascolare, in quanto le particelle inalate che giungono ai polmoni possono finire anche nel flusso sanguigno ed essere trasportate in tutto il corpo. Nello specifico, il particolato può generare infiammazioni, favorire la coagulazione del sangue, restringere le arterie e mettere il cuore in condizioni di stress, oltre a provocare ictus, attacchi cardiaci, malattie renali e diabete.
Se vi state chiedendo se il cervello rimane immune dagli effetti dello smog, la risposta è no.
… Anche del cervello!
Ebbene sì, anche il cervello risente dell’esposizione allo smog, sia nei bambini che negli adulti.
Un nuovo studio americano condotto dalla Wayne State University di Detroit e dal Cincinnati Children’s Hospital, ha dimostrato che l’inquinamento atmosferico impatta negativamente sul neurosviluppo.
Analizzando i dati di 10.000 bambini fra i 9 e i 12 anni, è emerso che l’esposizione al particolato fine (Pm2.5) è associata ad alterazioni nelle connessioni cerebrali; nello specifico, si verificano alterazioni nello sviluppo e nell’equilibrio della DMN, una rete neuronale che si attiva durante i momenti di riposo e si “spegne” quando siamo impegnati in attività cognitive, e delle reti dell’attenzione e dell’apprendimento. Ciò può avere significative ripercussioni sullo sviluppo cognitivo e sulla salute mentale.
Per quanto riguarda gli adulti, invece, lo smog favorisce l’infiammazione cerebrale, accelerando il declino cognitivo e aumentando il rischio di demenza. È quanto emerge da uno studio danese. Anche in questo caso, il responsabile è il particolato fine (Pm2.5).
La ricerca ha coinvolto 25.233 infermiere, seguite in media per 23,36 anni, durante i quali è stata riscontrata una forte associazione tra l’esposizione a lungo termine ai principali inquinanti atmosferici e l’incidenza di demenza. L’incidenza annuale della demenza è aumentata costantemente da otto casi all’anno nel 1993 a circa 100 casi all’anno nel 2014 ed è rimasta stabile fino alla fine dello studio.
Dunque, lo smog continua a confermarsi un agente pericoloso per la salute, con impatti negativi su più fronti, compreso il cervello.
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