Il colore, dal punto di vista scientifico, è un’onda elettromagnetica catturata dai nostri occhi e riflessa negli oggetti circostanti. È, quindi, una proprietà elaborata dal cervello, che non appartiene al mondo esterno. Dal punto di vista psicologico, invece, il colore viene avvertito come dotato di specifiche caratteristiche emozionali, che influenzano l’umore. Non è infatti un caso che spesso le nostre decisioni siano orientate dalle diverse tonalità dei colori.

Da questa consapevolezza è nata la cromoterapia. Si tratta di una terapia non farmacologica che viene usata come supporto ad altre tecniche mediche più invasive. In questo modo, elementi quali l’illuminazione, gli ambienti e gli arredi vengono modificati a scopi terapeutici. Del resto, Kandinsky sosteneva che il colore fosse un mezzo per esercitare un influsso diretto sull’anima.

CROMOTERAPIA E ALZHEIMER

Nel 2010 è stato condotto uno studio per indagare se la cromoterapia fosse un buon alleato per combattere la regressione dei sintomi dell’Alzheimer. In particolare, i ricercatori si sono domandati se potesse migliorare il “sundowing”, fenomeno che prevede un peggioramento della malattia durante le ore serali.

Per la ricerca sono state selezionate 20 donne over 65 con evidenti sintomi di Alzheimer, successivamente suddivise in due gruppi di studio. Il primo è stato esposto, tutte le mattine, a luce blu-verde, il secondo a luce rossa. La somministrazione è avvenuta tramite un visore utilizzato per trattare i disturbi del jet-leg.

Che cosa è emerso dall’osservazione? Alcune pazienti sono risultate più calme, meno oppositive alle cure, più competenti verbalmente e con una migliore coordinazione motoria. La maggior parte ha iniziato a dormire meglio la notte, riducendo così il fenomeno di sundowing. In generale, hanno quasi tutte mostrato un miglioramento nell’umore, in particolare il gruppo sottoposto alla luce blu-verde. Solo alcune pazienti non hanno mostrato progressi al trattamento. Questo fatto lascia intendere come la cromoterapia non sia una scienza esatta. Tuttavia, vari studi, dimostrano che può essere una valida alternativa alle terapie più invasive.

I DIVERSI UTILIZZI DEL COLORE

A ogni sintomo dell’Alzheimer, il suo colore. Sulla base di questo e di altri studi, è stato scoperto come a colori differenti corrispondano sintomi differenti. Per esempio, se il malato soffre di depressione, apatie o disinteresse verso qualsiasi attività, è meglio utilizzare colori caldi come l’arancione o il giallo. Se invece il paziente tende a essere aggressivo, agitato o violento sono da preferire colori freddi come il blu o il viola. Il colore migliore per la terapia rimane, però, il verde. Questo, essendo il punto centrale della scala cromatica, possiede un effetto riequilibrante.

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