Processo di “re-struttura”: l’esposizione e l’esperienza della pratica musicale creerebbero, facendo fronte ai processi di declino cognitivo, nuove e più efficienti connessioni tra i neuroni. È quanto affermano numerose ricerche eseguite analizzando i tracciati elettroencefalografici di musicisti.
La musica effettivamente cambia il cervello. Già dopo qualche settimana dall’inizio della pratica, le aree uditive e motorie si espandono. Inoltre, poiché ogni brano consiste di melodia e ritmo, l’ascoltare e il fare musica sviluppano lo scambio di informazioni tra i due emisferi del cervello: la melodia, infatti, viene processata all’interno dello emisfero destro del nostro cervello, mentre il ritmo si elabora nel nostro emisfero sinistro.
Ritornano così le parole del grande Ludwig van Beethoven che, riferendosi alla sua passione disse: “La musica è una rivelazione, più alta di qualsiasi saggezza e di qualsiasi filosofia”.
Beatrice
http://spazioinwind.libero.it/risvegliodiadamo/le_connessioni_del_cervello.htm
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