Esistono delle patologie che “si comportano” da Alzheimer? Sì, una di queste è denominata LATE, Limbic-predominant Age-related TDP-43 Encephalopathy. Scambiare una malattia con l’Alzheimer non è raro, in primis perché non si ha a disposizione un test specifico che dia la piena certezza di essere affetti da Alzheimer. La diagnosi, perciò, non è mai sicura al 100%.

Ma che cos’è la LATE?

Le caratteristiche della LATE

L’encefalopatia TDP-43 correlata all’età prevalentemente limbica (LATE) è una forma di demenza di recente scoperta. Come tutte le demenze, porta alla perdita del funzionamento dei neuroni.

Questa patologia è stata identificata dai ricercatori grazie a degli studi autoptici che hanno permesso di rilevare la presenza di gruppi anomali di una proteina chiamata TDP-43. Si tratta di una proteina che contribuisce normalmente a regolare l’espressione genica nel cervello e in altri tessuti. Quando si accumula, concorre allo sviluppo di patologie cerebrali, come la demenza frontotemporale e la sclerosi laterale amiotrofica, causando deterioramento cognitivo.

Tuttavia, dallo studio del tessuto dei cervelli donati, è emerso che i depositi di tale proteina erano presenti anche in soggetti non affetti da SLA o FTD. Alcuni modelli mal ripiegati della proteina TDP-43 sono stati rilevati nel 40% degli individui con un’età media alla morte di 88 anni, su un campione di 6000 persone. E il 25% dei donatori con accumuli di proteina TDP-43 riportava deficit di memoria e di pensiero.

Queste casistiche hanno portato i ricercatori a definire tali modelli mal ripiegati della proteina TDP-43 come caratteristici di una nuova patologia: la LATE. Essa può contribuire al declino cognitivo sia da sola che assieme ad altre tipologie di demenza. In questo secondo caso, il declino potrebbe essere più rapido.

Il cambiamento neuropatologico della Late ha 3 fasi, individuate grazie alla distribuzione anatomica dei depositi della proteina TDP-43. Nella prima fase viene colpita l’amigdala, nella seconda l’ippocampo e nella terza la circonvoluzione centrale media. In base a questi stadi vengono man mano compromessi i domini cognitivi.

Ma perché la LATE viene scambiata con l’Alzheimer?

LATE e Alzheimer: analogie e differenze

LATE e Alzheimer condividono la sintomatologia. Infatti, entrambe le patologie, causano problemi di memoria, difficoltà a pensare e a prendere decisioni, difficoltà a trovare le parole giuste, vagabondaggio o smarrimento. Per questa ragione, il quadro clinico dei pazienti affetti da LATE è compatibile con il declino cognitivo ritenuto tipico della malattia di Alzheimer.

Tuttavia, la differenza si riscontra a livello anatomico, motivo per cui è possibile giungere con certezza alla diagnosi dell’una o dell’altra patologia soltanto dopo la morte, attraverso l’autopsia.

Nella malattia di Alzheimer, responsabili del deterioramento cognitivo sono l’accumulo della proteina beta amiloide e i ripiegamenti scorretti della proteina Tau che tende a formare aggregati. Nella LATE è invece l’accumulo della proteina TDP-43 a danneggiare i neuroni. Le cause sono quindi biologicamente diverse.

Intervenire con una terapia per l’Alzheimer in pazienti affetti da LATE non genera i miglioramenti sperati. Spesso, quindi, quando ci si trova di fronte a un fallimento terapeutico in un caso di Alzheimer, è probabile che vi sia un errore di diagnosi e che si sia in presenza di LATE.

Un’altra differenza tra le due demenze riguarda la comparsa e la progressione. L’Alzheimer compare nella maggior parte dei casi dai 65 anni in su, mentre la LATE oltre gli 80 anni. La progressione della LATE è inoltre più lenta.

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