Lo stress fa male, questo è un dato di fatto. Quello che non si sa, è che non ha conseguenze negative solo sul nostro apparato cardiocircolatorio, sulla digestione e lo stato d’animo, ma può avere un ruolo anche nell’insorgenza di alcune malattie neurodegenerative.
GLI STUDI A RIGUARDO SI MOLTIPLICANO
Sono sempre più numerosi gli studi che mirano a dimostrare proprio questa correlazione. Da tutti emerge una nuova consapevolezza: vivere in tensione continua può, in alcuni casi, facilitare l’insorgere della demenza.
Una prima ricerca si è basata sugli animali. Si è osservato quanto esemplari di scimmie che hanno trascorso la prima parte della loro vita in gabbie di piccole dimensioni, presentassero un gran numero di placche amiloidi. Uno dei segnali della presenza di Alzheimer. Inoltre, anche le loro connessioni neuronali risultavano maggiormente danneggiate rispetto ad animali vissuti in cattività ma in spazi più ampi. La conclusione? Lo stress causato da una gabbia troppo piccola aveva reso il loro cervello maggiormente vulnerabile.
In seguito, gli studiosi hanno cominciato ad indagare la correlazione anche negli esseri umani. L’ultima ricerca che vale la pena citare, sia per i risultati ottenuti che per le dimensioni del campione preso in esame, è stata svolta in Svezia. Utilizzando i registri di popolazione nazionali, lo studio ha individuato tutti i cittadini che hanno ricevuto diagnosi di disturbo correlato allo stress nel periodo dal 1987 al 2008. In totale lo studio ha analizzato più di 61.000 individui. Durante il periodo di studio, più di 3800 individui hanno sviluppato malattie neurodegenerative. La maggior parte di chi le ha sviluppate apparteneva al gruppo delle persone con diagnosi di disturbo da stress. E’ così emerso che questi individui hanno un aumentato rischio di sviluppare patologie neurodegenerative.
RIDURRE LO STRESS COME ARMA DI PREVENZIONE
Nonostante i risultati ottenuti non siano ancora confermati, una cosa è certa. Oltre all’alimentazione corretta, al sonno e all’attività fisica, è fondamentale anche tenere sotto controllo i livelli di stress. Lo stress di per sè non è dannoso, anzi, spesso stimola le nostre attività cognitive. Diventa pericoloso nel momento in cui supera certi livelli e ha una durata eccessivamente prolungata. Ciò può capitare, nelle persone anziane, specialmente dopo un lutto o un evento particolarmente drammatico. In queste situazioni, la presenza eccessiva dell’ormone dello stress (il cortisolo), unito da una situazione di fragilità e spesso di isolamento sociale, possono avere conseguenze drammatiche come l’insorgenza dell’Alzheimer.
Lo stress diventa così un altro elemento da tenere in considerazione e, di conseguenza, un’altra arma a favore della prevenzione.
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