Il microbiota e il legame tra intestino e cervello

Studi recenti hanno rivelato che il microbiota potrebbe essere il filo comune che collega diverse patologie neurodegenerative, come Parkinson, sclerosi multipla, SLA e Alzheimer, nonché alcune malattie autoimmuni. Questo “super organo”, che ricopre ogni parte del nostro corpo, svolge un ruolo cruciale nella comunicazione tra intestino e cervello. Considerato sempre più centrale nelle scoperte scientifiche, il microbiota ha modificato la nostra comprensione dell’impatto dei batteri intestinali sul cervello, tanto da definire l’intestino come il nostro “secondo cervello”. La sua salute influisce direttamente sul sistema nervoso centrale. Gabriele Prinzi, chirurgo addominale e influencer noto per le sue “pillole di salute”, ha discusso l’importanza del concetto di “cervello-pancia” durante un’intervista con Agata Finocchiaro su quotidiano.net.

Il microbiota: un “super organo”

Secondo Prinzi, il microbiota è un organo a sé stante, un tessuto che riveste ogni millimetro del nostro corpo, sia all’interno che all’esterno. Ogni malattia sarebbe legata a uno squilibrio di questo organo. Il legame tra malattie neurodegenerative e microbiota è fondato sul fatto che l’intestino, considerato un “primo cervello”, contiene cellule simili a quelle cerebrali e svolge funzioni nervose e immunitarie. Quando il microbiota si altera, la membrana intestinale diventa più permeabile, permettendo ai batteri dannosi di penetrare e stimolare il sistema immunitario, innescando infiammazioni che potrebbero colpire anche il sistema nervoso centrale. Questo processo potrebbe contribuire allo sviluppo di patologie come il Parkinson, l’Alzheimer e la SLA.

Prinzi suggerisce che anche il Parkinson e la SLA siano legati a un’alterazione del microbiota. Ad esempio, la prima descrizione di agitazione psicomotoria nei pazienti con Parkinson si riferiva a individui con costipazione, che è direttamente correlata alla salute del microbiota intestinale. Quando i batteri intestinali non sono sotto controllo, possono causare malattie gastriche o esofagee. Se questi batteri si spostano verso l’alto, provocando infiammazioni, potrebbero avere effetti sul sistema nervoso.

Comunicazione tra intestino e cervello: il ruolo dello stress

Prinzi spiega anche come intestino e cervello comunichino, specialmente durante episodi di stress. Quando ci arrabbiamo o siamo sotto stress, l’intestino attiva il sistema immunitario, coinvolgendo i mastociti che inviano segnali al cervello tramite il nervo vago. Questo meccanismo spiega fenomeni come il gonfiore addominale, che potrebbe non essere causato da un cibo specifico, ma da una risposta di allarme dell’intestino.

Altri miti e la salute intestinale

Durante l’intervista, Prinzi sfata anche alcuni miti sulla salute. Sostiene che il colesterolo non sia così pericoloso come comunemente pensato e che l’aumento di colesterolo sia spesso dovuto all’elevata quantità di trigliceridi derivanti dai carboidrati, non dai grassi. Inoltre, critica l’uso eccessivo delle statine, sottolineando che, sebbene vengano prescritte per abbassare il colesterolo, non riducono realmente il rischio di malattie cardiovascolari. Secondo Prinzi, il problema reale risiede nell’accumulo di omocisteina, non nel colesterolo, e le placche aterosclerotiche sono causate da fattori diversi da quelli tradizionalmente indicati.

Prinzi affronta anche il tema dell’aumento dei casi di celiachia, spiegando che circa il 30% della popolazione italiana ha una predisposizione genetica alla malattia, ma solo una piccola percentuale sviluppa effettivamente la celiachia. Il microbiota gioca un ruolo fondamentale nel determinare se una persona sarà protetta dalla celiachia o predisposta ad essa. Questo rinforza l’importanza dell’asse intestino-cervello per la salute generale.

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