Una mando di un medico che incontra quella del suo paziente. NonChiamatemiMorbo

La malattia di Parkinson è molto diffusa: le stime ufficiali parlano di 230-270mila casi solo in Italia. Nonostante i numeri così alti, si tratta di una malattia ancora poco conosciuta. Per questo motivo, educare la popolazione a identificarla in tempo, può aiutare a combatterla e a migliorare la qualità della vita.

Da questa necessità, è nata la campagna “NonChiamatemiMorbo”. Si tratta di un’occasione per avere una visione differente della malattia, sottolineare l’importanza della diagnosi precoce e informare i cittadini di come le persone con il Parkinson possano continuare una vita di relazioni e attività.

NONCHIAMATEMIMORBO: UNA CAMPAGNA CHE FA RIFLETTERE

L’ispirazione è una conseguenza diretta di una lettera scritta da Bruno Lauzi nel 2006, intitolata “Lettera aperta a Mr.Parkinson”. Al suo interno, un malato di Parkinson interpella direttamente la malattia chiedendogli una tregua. Da qui, Marco Guidi Salvi, Vicepresidente dell’Associazione Italiana Parkinsonismi, ebbe l’idea di lanciare una campagna incentrata sulla malattia, suddivisa in tre iniziative: delle interviste, una mostra fotografica e due libri.

Le interviste rappresentano il progetto pilota: brevi documentari con spaccati di vita e riflessioni preziose sul Parkinson. È stato, infatti, chiesto ai protagonisti di raccontare le strategie che hanno adottato per affrontare la malattia, vivere la quotidianità e pensare al futuro.

Una volta concluse e pubblicate le interviste, l’Associazione Italiana Parkinsonismi ha deciso di portare le storie ad un altro livello con una mostra fotografica. Per fare ciò, sono state raccolte ulteriori testimonianze e sono stati coinvolti Claudio Bisio e Lella Costa. La mostra, infatti, oltre a raccogliere delle fotografie sui protagonisti, è collegata ad un’applicazione tramite la quale è possibile godersi le immagini con, in sottofondo, le storie dei soggetti coinvolti.

A concludere la campagna, l’Associazione ha deciso di pubblicare due libri, riprendendo sia le interviste che la mostra fotografica.

  1. “Non chiamatemi Morbo: Mr. Parkinson si racconta”. L’obiettivo principale è quello di aiutare il lettore, che conosca o no la malattia, a comprenderla meglio, sgomberando il campo da pregiudizi e luoghi comuni. I testi sono frutto di 15 interviste a persone con il Parkinson e a 2 caregiver. Ogni intervista è preceduta da un breve dialogo immaginario tra il protagonista e Mr. Parkinson, che svela le sue molteplici facce.
  2. “Non chiamatemi Morbo: un libro che parla”. Si tratta di un audio-libro fotografico che racconta 43 storie di resistenza al Parkinson in 68 immagini e 39 brani teatrali recitati da Lella Costa e Claudio Bisio. Rappresenta la raccolta delle storie dei protagonisti della mostra a cui si aggiungono, i commenti del giornalista Mario Calabresi e del Ministro della Salute Roberto Speranza.

La campagna è stata inizialmente lanciata sul sito nonchiamatemimorbo.info, all’interno del quale è possibile trovare, oltre alle tre iniziative, una sezione dedicata interamente al glossario del Parkinson. Successivamente l’iniziativa ha lanciato i propri social media: Instagram, Facebook. Linkedin e YouTube.

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