SEGNI DI RILASCIO FRONTALE. Vengono chiamati così i riflessi primitivi / regressivi dei neonati, azioni non controllate, attivate spontaneamente da una determinata circostanza. Poco alla volta questi riflessi regrediscono e, con la maturazione fisica ed intellettiva dell’individuo, scompaiono. Nelle persone affette da Malattia di Alzheimer, il danneggiamento cerebrale, in particolare quello che interessa il lobo frontale, comporta un “riemergere” di particolari riflessi:
Riflesso della suzione o radicamento: è possibile osservarne la comparsa toccando semplicemente le labbra degli anziani malati. Si tratta forse del riflesso più noto, quello che nei neonati consente di succhiare il lattee ricevere così il nutrimento;
Riflesso glabellare: testato toccando le sopracciglia. Mentre la maggior parte delle persone ignora il tocco rapidamente e smette di chiudere le palpebre, l’anziano con patologia dementigena, non riuscendo ad interrompere la risposta, continua a tenerle chiuse.
Riflesso di prensione palmare: rappresenta la presa involontaria di qualsiasi cosa posta nella mano, impossibile da sopprimere sia nel caso di cervello immaturo sia nel caso di lesione.
Riflesso palmo-mentoniero: è possibile osservare questo riflesso graffiando o premendo il palmo della mano. L’azione comporta nel paziente la contrazione dei muscoli del mento.
I segni di rilascio frontale compaiono già nelle fasi precoci della Malattia di Alzheimer. La loro conoscenza accurata risulta pertanto necessaria per poter attuare, il più precocemente possibile, efficaci programmi di prevenzione.
Beatrice
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