La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e la demenza frontotemporale (FTD) sono due patologie neurodegenerative. Esse interessano perciò il sistema nervoso e sono caratterizzate da un progressivo danneggiamento e conseguente perdita delle cellule nervose. Ma quali sono le differenze e le analogie fra queste due malattie?
SLA e demenza frontotemporale hanno “prede” diverse
La SLA colpisce i motoneuroni, ovvero le cellule nervose responsabili del movimento dei muscoli. A essere compromessi sono entrambi i tipi di motoneuroni:
- il primo motoneurone (o motoneurone corticale), il quale, trovandosi nella corteccia cerebrale, trasporta il segnale nervoso attraverso prolungamenti che dal cervello arrivano al midollo spinale;
- il secondo motoneurone, che trasporta il segnale dal tronco encefalico e dal midollo spinale ai muscoli.
La SLA causa gradualmente la degenerazione e la morte sia del primo che del secondo motoneurone. Tale evento si manifesta con un progressivo blocco dei muscoli. In genere, vengono compromesse anche la masticazione, la deglutizione, la capacità di parlare e, infine, anche la respirazione. La malattia porta dunque a una completa immobilità.
La demenza frontotemporale danneggia invece, come suggerisce il nome, i neuroni situati nei lobi frontali e temporali del cervello, provocando l’atrofia di queste aree cerebrali. Tali neuroni controllano il linguaggio, il comportamento, parte del movimento e le capacità di pensiero. Il loro deterioramento si manifesta quindi con difficoltà a parlare (disartria e afasia), cambi di personalità improvvisi, disturbi comportamentali, disturbi dell’equilibrio e, in misura inferiore, amnesie.
Ciò che differenzia la demenza frontotemporale dalle altre forme di demenza è la perdita di memoria come sintomo secondario anziché primario. Vi è infatti una prevalenza di sintomi legati al comportamento e al linguaggio. Possono quindi verificarsi comportamenti inadatti, disinibiti, impulsivi e compulsivi.
Patogenesi e sintomi condivisi
Seppur diverse, queste due patologie neurodegenerative, sono accomunate da una stessa mutazione genetica e dall’accumulo degli stessi aggregati proteici. Si tratta della mutazione del gene C9ORF72 e dell’accumulo della proteina TDP-43.
Con la mutazione del gene C9ORF72 , una sequenza di DNA formata da 6 acidi nucleici viene ripetuta troppe volte (fino a 1.600 anziché 20) e quindi in maniera anomala. L’espansione delle ripetizioni determina un’insufficiente formazione della proteina legata all’attività di questo gene. Ciò è causa di una limitata produzione di lisosomi, la quale a sua volta è responsabile della conseguente degenerazione neuronale attraverso due meccanismi:
- l’accumulo di recettori del glutammato, che porta all’eccitotossicità (attivazione eccessiva di una cellula motoria);
- l’alterata eliminazione delle proteine dipeptidiche neurotossiche.
Inoltre, uno studio pubblicato a gennaio 2024 dimostra che la mutazione del gene C9ORF72, e quindi la carenza della sua proteina, determina un eccesso di infiammazione dovuto all’eccessiva produzione di interleuchina 17A, una potente molecola infiammatoria. Infatti, i pazienti con sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e demenza frontotemporale (FTD) spesso presentano un’infiammazione autoimmune prima dei sintomi neurologici.
Il secondo elemento comune alle due patologie, ovvero l’aggregazione della proteina TDP-43 è oggetto di svariate ricerche che hanno l’obiettivo di identificarne la causa. Essa potrebbe riguardare una mutazione del gene codificante TARDBP ma anche una condizione di stress acuto o cronico delle cellule.
Le analogie della SLA e della FTD si riflettono anche nei sintomi. Infatti, pazienti affetti dalla SLA possono riportare deficit linguistici e altre alterazioni cognitive, mentre quelli colpiti da demenza frontotemporale possono presentare, seppur in seconda battuta, sintomi motori. Nei casi più gravi, ovvero quando il quadro sintomatologico presenta un certo grado di severità, si ha una contemporanea manifestazione delle due patologie.
Tale sovrapposizione ha portato gli esperti a ipotizzare l’appartenenza di SLA e FTD a uno spettro comune di malattie.
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